L’atto costitutivo di nascita dell’Or.S.A.
Lo scenario che fa da sfondo alle riforme ed ai mutamenti cui sono sottoposti i comparti e i settori dei servizi di pubblica utilità, con particolare riguardo ai settori dei trasporti e delle comunicazioni s’inserisce nell’ottica della “globalizzazione dei mercati.
I processi di liberalizzazione spinta avviati nei vari comparti del settore trasporti stanno scatenando nel nostro Paese un lento e, in assenza di una forte iniziativa di contrasto, inesorabile declino anche nelle aziende a grande vocazione pubblica e con forte radicamento nella tradizione sociale italiana.
La logica della concorrenza applicata ai servizi di pubblica utilità, prescinde spesso anche dall’osservanza di regole che, invece, dovrebbero essere poste a salvaguardia della sicurezza e della qualità dei servizi offerti e nel nostro Paese rappresenta sovente l’applicazione distorta delle scelte di orientamento al mercato adottate dall’U.E..
Neppure gli impegni assunti con la conferenza di Kyoto, volti a ridurre il tasso di anidride carbonica nei processi di produzione industriale e nei trasporti e quindi ad introdurre norme più efficaci per la tutela della salute e dall’ambiente sono tenuti nella dovuta considerazione per la programmazione del nuovo P.G.T. e, con esso, il riequilibrio modale a favore dell’intermodalità e dell’integrazione dei sistemi.
Lo stesso “Welfare State” è sottoposto al continuo tentativo di aggressione come se si trattasse di una forma di spreco e dissipazione della ricchezza nazionale.
Intanto il gap infrastrutturale del nostro Paese rispetto ai principali patner europei è tale da far emergere un fabbisogno di spesa per gli investimenti superiore ai 250.000 miliardi nei prossimi dieci anni. A questi vanno aggiunti 100.000 miliardi per:
Un ritardo pauroso che pesa sul sistema Paese perché determina un handicap nella quantità e nella qualità dei servizi necessari a:
Di fronte a questi ritardi ed a queste scelte sbagliate, il sindacato tradizionale si è mostrato incapace di reagire e ergersi a tutela della collettività e degli stessi lavoratori sui quali, ormai da anni, si tende a scaricare le inefficienze del sistema, gli errori e i costi di una dissennata politica economica e industriale.
Anche il Patto del 23 dicembre 1998 sulle politiche di concertazione e sulle nuove regole per la trasformazione e l'integrazione europea del sistema dei trasporti basato sul coinvolgimento del sindacato a tutti i livelli, si è rivelato insufficiente a controllare il rapido processo di trasformazione proprio a causa delle scelte unilaterali delle imprese rendendo inevitabile il ricorso alla conflittualità.
Questa stato di cose esige la formazione di uno schieramento sindacale forte e determinato, Autonomo e Indipendente dai condizionamenti e dagli interessi dei partiti a maggior ragione in questa fase di grandi mutamenti, mentre è in atto il processo di formazione del nuovo P.G.T. e nel momento in cui, in nome delle Direttive Europee, è partita una campagna di privatizzazioni che vede le aziende pubbliche di trasporto al centro di una politica rinunciataria e di sgretolamento.
Una compagine che guardi con interesse e con una cultura diversa ai cambiamenti in atto. Una alleanza sindacale che rifiutando di essere etichettata come elemento di freno al progresso ed alla modernizzazione della società, si proponga quale soggetto innovativo capace di confrontarsi sui grandi processi di trasformazione e di contribuire a governare le necessarie evoluzioni dell’organizzazione e della qualità del lavoro.
Uno schieramento che ponga al centro della sua iniziativa la salvaguardia del diritto di sciopero, la rappresentanza e la tutela degli interessi diretti dei lavoratori e che si prefigga di essere protagonista ed indirizzare il cambiamento per evitare che prevalga il tentativo di addossare al Lavoro il prezzo del risanamento delle aziende e sulla collettività il costo di un processo di riforme che assegnerebbe ai privati i pezzi pregiati delle imprese pubbliche socializzando invece le diseconomie. Specialmente ora che s’avvia concretamente il processo di integrazione europea con il prevedibile allargamento ai Paesi in cui ancora prevale il lavoro nero e sottoscosto, è importante che il Sindacato possa presentarsi con un progetto nuovo e credibile anche su scala europea.
Un Sindacato ed un progetto per il Lavoro con dimensioni europee.
Un argine contro il tentativo di tagliare migliaia di posti di lavoro e contro l’attacco che è portato ai salari, alle pensioni e più in generale ai diritti dei lavoratori. In questo quadro, di fronte all’incalzare degli interventi da parte del potere finanziario, il Lavoro deve poter assumere un ruolo sempre più importante ed attivo, nei grandi processi di trasformazione industriale. Ridare la centralità al Lavoro e agli aspetti produttivi dell’impresa per realizzare sviluppo e ricchezza per il Paese, è l’obiettivo prioritario della nostra azione sindacale.
La finalità di sviluppare e sostenere il lavoro, nell’accezione più vasta che designa e comprende la qualità della vita, può anche conseguirsi attraverso la partecipazione dei lavoratori all’Impresa, che, ove possibile si realizza nella forma dell’azionariato dei dipendenti.
In tale logica il Sindacato è lo strumento indispensabile per rendere ai lavoratori spazi sempre maggiori di intervento nella vita dell’azienda e per affermare la centralità del lavoro e dell’uomo stesso, come fattore prioritario della produzione a difesa del territorio dell’ambiente e degli interessi generali della collettività.
Il Sindacato può svolgere tale ruolo, con piena maturità e con tanta maggiore determinazione e convinzione soltanto in un sistema di regole democratiche che riconosca la libertà di sciopero e il suo esercizio come valori, base imprescindibile anche in un modello di relazioni industriali fondato sulla partecipazione.
Per queste ragioni e per consolidare la democrazia nel mondo del lavoro riacquistando lo spazio organizzativo, partendo dalla partecipazione diretta dei lavoratori, le OO.SS. sottoscrittici del presente documento s’impegnano a dar vita ad una nuova Federazione, incaricata di correlarsi con le istituzioni nazionali ed internazionali, con le parti imprenditoriali e deputata all’aggregazione organizzativa di tutti i soggetti sindacali autenticamente autonomi e di base, quale punto di riferimento per tutti i lavoratori del mondo dei trasporti e della logistica che ne condividano finalità e prospettive.
Roma, 5 novembre 1999